Fabien festeggia il suo compleanno lo stesso giorno della primissima prova del Campionato Europeo alla Course des Rangiers (St-Ursanne – Les Malettes), precisamente il 19 agosto, dal 1972. A differenza della suddetta cronoscalata del Giura, alle sue contestate origini di Develier au Sommet, Fabien è nato nella perla del Doubs, lì ha fatto i suoi studi: prima a scuola, poi presso il meccanico dell'officina Paupe locale, prima di guidare in gara i (veri) meccanici a quattro ruote. Quando nel 2006 ha iniziato a piastrellare, non è stato per calmarsi, ma per fondare la sua attività di piastrellatura. Perché l’età, contrariamente a quanto sostiene l’adagio, non rende più saggi.Dalla Golf I alla Golf II passando per la Peugeot 205, eccolo alla guida della meccanica di una BMW Alpina (ancora non è uscito il modello Jurassica… ndr): “Solo per portare a spasso la mia Belle, mentre correvo, io Peugeot frusta, la prima volta allo Slalom de la Croix nel 2002 su licenza Nazionale, poi IS (Trofeo Inter Suisse) oltre a E1 e PF. » E il nostro sano Ursiniano snocciola una sfilza di vittorie di classe, 3 a Rangiers, 1 ad Anzère, 4 a Vuillafans (F), ecc., tutte in salita tranne che per quanto riguarda la Coppa Peugeot. Non solo è un marito fedele, ma non ha mai mancato di seguire la sua strada natale, avendo corso per la prima volta a Rangiers all'età di 30 anni, celebrando allo stesso tempo il 50° giubileo della sua/nostra amata corsa.
Perché ama così tanto questa leggendaria via del Giura? The Nash: “Perché è così fluido, veloce e perfetto che sembra un circuito. Tanto che i momenti più belli della mia vita sono tutte le volte che parto da lì, attualmente su una Peugeot 205 GTI 2 litri della categoria E1 2 l, limitata a 260 km/h! » La sua più grande paura? Re le Nash: “Mai per me, ma per i miei colleghi quando subiscono un incidente. »Ultima domanda, “schtärneföifi”, da dove viene il tuo soprannome – oppure è vero, e Fabien è il soprannome?… - di Nash? Fabien: “È Madeleine, non di Proust, ma di mia nonna, che me lo ha appiccicato senza rivelare (oggi) dal profondo della sua tomba perché…”.
Jean Mesnil